Luoghi da visitare in Cilento.

Residenza Golfo Degli Ulivi
Residenza Golfo Degli Ulivi
Luoghi da visitare in Cilento.

Visite turistiche

Le Grotte di Castelcivita, conosciute anche come le Grotte di Spartaco, si estendono per svariati chilometri nel massiccio dei Monti Alburni, nei comuni di Castelcivita e Controne, ma solo 1700 metri sono accessibili ai visitatori. Si tratta di un complesso di cavità carsiche particolarmente ricche di stalattiti e stalagmiti dalle mille forme; con un totale di circa 4800 metri di lunghezza, rappresentano oggi uno dei complessi speleologici più vasti dell’Italia meridionale.
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Hellir Castelcivita
Piazzale Zonzi
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Le Grotte di Castelcivita, conosciute anche come le Grotte di Spartaco, si estendono per svariati chilometri nel massiccio dei Monti Alburni, nei comuni di Castelcivita e Controne, ma solo 1700 metri sono accessibili ai visitatori. Si tratta di un complesso di cavità carsiche particolarmente ricche di stalattiti e stalagmiti dalle mille forme; con un totale di circa 4800 metri di lunghezza, rappresentano oggi uno dei complessi speleologici più vasti dell’Italia meridionale.
Le Grotte di Castelcivita, conosciute anche come le Grotte di Spartaco, si estendono per svariati chilometri nel massiccio dei Monti Alburni, nei comuni di Castelcivita e Controne, ma solo 1700 metri sono accessibili ai visitatori. Si tratta di un complesso di cavità carsiche particolarmente ricche di stalattiti e stalagmiti dalle mille forme; con un totale di circa 4800 mt di lunghezza, rappresentano oggi uno dei complessi speleologici più vasti dell’Italia meridionale.
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Pertosa-Auletta Grotte
18/20 Località Muraglione
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Le Grotte di Castelcivita, conosciute anche come le Grotte di Spartaco, si estendono per svariati chilometri nel massiccio dei Monti Alburni, nei comuni di Castelcivita e Controne, ma solo 1700 metri sono accessibili ai visitatori. Si tratta di un complesso di cavità carsiche particolarmente ricche di stalattiti e stalagmiti dalle mille forme; con un totale di circa 4800 mt di lunghezza, rappresentano oggi uno dei complessi speleologici più vasti dell’Italia meridionale.
Un canyon ricoperto da lussureggiante vegetazione da visitare percorrendo un sentiero che si snoda dal centro storico lungo un ruscello con sorgenti, cascate, un antico mulino fino alla grotta dove si assiste alla risorgenza del fiume carsico Bussento. L’Oasi si trova all’interno di un Sito d'Importanza Comunitaria (SIC IT8050016) nel Comune di Morigerati (Sa). L'area si estende per circa 607 ettari all'interno del Parco Nazionale del Cilento e Vallo di Diano ed è anche nella lista mondiale dei Geoparchi.
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Bussento hellar
Via Censimento
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Un canyon ricoperto da lussureggiante vegetazione da visitare percorrendo un sentiero che si snoda dal centro storico lungo un ruscello con sorgenti, cascate, un antico mulino fino alla grotta dove si assiste alla risorgenza del fiume carsico Bussento. L’Oasi si trova all’interno di un Sito d'Importanza Comunitaria (SIC IT8050016) nel Comune di Morigerati (Sa). L'area si estende per circa 607 ettari all'interno del Parco Nazionale del Cilento e Vallo di Diano ed è anche nella lista mondiale dei Geoparchi.
Le cascate “Capelli di Venere” nascono dalle acque del Rio Bussentino e vengono chiamate così perché nell’oasi in cui si trovano è presente la pianta Capelvenere, un tipo di felce che qui cresce rigogliosa. Arrivare alle cascate non è molto difficile: all’uscita autostradale di Padula-Buonabitacolo, si percorre la superstrada fino a Caselle in Pittari. Da qui, si prende la statale e si arriva a Casaletto Spartano, dove non bisogna far altro che seguire le indicazioni. Lungo la strada si può avere già un assaggio di quelle che sono le bellezze che si troveranno in questo luogo magico: dei pini molto alti, un fitto sottobosco e il silenzio della natura circostante. L’oasi si trova sotto una piazza con una fontana pubblica, dove potersi refrigerare nelle giornate più calde. Scendendo le scale e attraverso alcune passerelle di legno, si arriva alle cascate, che colpiscono per un fantastico gioco di luce dovuto all’acqua e alla vegetazione presente. Qui l’aria è molto più fresca rispetto alla superficie, difficilmente si arrivano a superare i 10 gradi. Le cascate Capelli di Venere sono una visita obbligata per tutti coloro che passano per il Cilento e hanno voglia di immergersi in un paradiso terrestre.
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Fontana Capello
Via Nazionale
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Le cascate “Capelli di Venere” nascono dalle acque del Rio Bussentino e vengono chiamate così perché nell’oasi in cui si trovano è presente la pianta Capelvenere, un tipo di felce che qui cresce rigogliosa. Arrivare alle cascate non è molto difficile: all’uscita autostradale di Padula-Buonabitacolo, si percorre la superstrada fino a Caselle in Pittari. Da qui, si prende la statale e si arriva a Casaletto Spartano, dove non bisogna far altro che seguire le indicazioni. Lungo la strada si può avere già un assaggio di quelle che sono le bellezze che si troveranno in questo luogo magico: dei pini molto alti, un fitto sottobosco e il silenzio della natura circostante. L’oasi si trova sotto una piazza con una fontana pubblica, dove potersi refrigerare nelle giornate più calde. Scendendo le scale e attraverso alcune passerelle di legno, si arriva alle cascate, che colpiscono per un fantastico gioco di luce dovuto all’acqua e alla vegetazione presente. Qui l’aria è molto più fresca rispetto alla superficie, difficilmente si arrivano a superare i 10 gradi. Le cascate Capelli di Venere sono una visita obbligata per tutti coloro che passano per il Cilento e hanno voglia di immergersi in un paradiso terrestre.
Velia/Elea è un importante sito archeologico del Cilento, fondato verso il 540 a.C. da coloni focei. Al tempo dei Greci era denominata Elea, mentre i Romani la ribattezzarono Velia come scrisse Plinio nella Naturalis Historia. La città rimase tenace custode dell'ellenismo, continuando a usare la lingua greca nell'età imperiale; fu celebre anche per la scuola filosofica eleatica. Oggi della città antica si osservano gli scavi iniziati da Amedeo Maiuri nel 1921 e continuati poi negli anni Cinquanta e Sessanta. Da notare, tra l'altro, i resti delle porte della città, di un edificio termale, dell'acropoli, dell'agorà e del santuario di Poseidon Asphaleios.
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Velia
Piazzale Amedeo Mauiri
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Velia/Elea è un importante sito archeologico del Cilento, fondato verso il 540 a.C. da coloni focei. Al tempo dei Greci era denominata Elea, mentre i Romani la ribattezzarono Velia come scrisse Plinio nella Naturalis Historia. La città rimase tenace custode dell'ellenismo, continuando a usare la lingua greca nell'età imperiale; fu celebre anche per la scuola filosofica eleatica. Oggi della città antica si osservano gli scavi iniziati da Amedeo Maiuri nel 1921 e continuati poi negli anni Cinquanta e Sessanta. Da notare, tra l'altro, i resti delle porte della città, di un edificio termale, dell'acropoli, dell'agorà e del santuario di Poseidon Asphaleios.
Oggi, sullo sfondo di temi pressanti del III millennio quali la globalizzazione, il postcolonialismo e la sostenibilità ambientale e sociale, al Parco Archeologico di Paestum si vuole dar voce a una pluralità di prospettive in tutti i settori, dalla ricerca storica alla comunicazione, dalla fruizione alla didattica. Attraverso scavi e ricerche, si cerca di far emergere storie subalterne e alternative rispetto alla prospettiva maschile-elitaria che ha tradizionalmente improntato la ricostruzione storica della colonizzazione greca. Fa parte di ciò anche un ampio ricorso all’arte contemporanea come mezzo privilegiato di riflessione sul patrimonio.
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Arkeologískur parkur í Paestum
919 Via Magna Graecia
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Oggi, sullo sfondo di temi pressanti del III millennio quali la globalizzazione, il postcolonialismo e la sostenibilità ambientale e sociale, al Parco Archeologico di Paestum si vuole dar voce a una pluralità di prospettive in tutti i settori, dalla ricerca storica alla comunicazione, dalla fruizione alla didattica. Attraverso scavi e ricerche, si cerca di far emergere storie subalterne e alternative rispetto alla prospettiva maschile-elitaria che ha tradizionalmente improntato la ricostruzione storica della colonizzazione greca. Fa parte di ciò anche un ampio ricorso all’arte contemporanea come mezzo privilegiato di riflessione sul patrimonio.
La certosa di S. Lorenzo, anche conosciuta come certosa di Padula, è di certo uno dei posti più belli della provincia di Salerno. Lo stile architettonico è quasi prevalentemente barocco, infatti sono davvero poche le tracce trecentesche superstiti. Il complesso conta circa 350 stanze e occupa una superficie di 51.500 metri quadrati di cui 15.000 impegnati solo dal chiostro, tra i più grandi del mondo. La Certosa di San Lorenzo, infatti, grazie alla sua vasta estensione è seconda solo alla Certosa di Grenoble in Francia.
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Certosa of Saint Lawrence
1 Viale Certosa
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La certosa di S. Lorenzo, anche conosciuta come certosa di Padula, è di certo uno dei posti più belli della provincia di Salerno. Lo stile architettonico è quasi prevalentemente barocco, infatti sono davvero poche le tracce trecentesche superstiti. Il complesso conta circa 350 stanze e occupa una superficie di 51.500 metri quadrati di cui 15.000 impegnati solo dal chiostro, tra i più grandi del mondo. La Certosa di San Lorenzo, infatti, grazie alla sua vasta estensione è seconda solo alla Certosa di Grenoble in Francia.