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Giovanni Roberto
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Food Scene

Zona ricca di Agriturismi a conduzione familiare, specialità del luogo!
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Avetrana
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Zona ricca di Agriturismi a conduzione familiare, specialità del luogo!

Parks & Nature

Un viaggio tra storia e suggestioni di una terra magica. La Civiltà Rupestre, dall'VIII al XVI secolo si sviluppa nei territori meridionali, con decisi riferimenti a quelli dell'arco jonico. Si tratta di una particolare forma di vita quella del "vivere in grotta", legata per certi peculiari aspetti alla cultura religiosa orientale ed alle persecuzioni iconoclastiche di Bisanzio, che provocò diverse immigrazioni di civili nelle gravine. Di questo periodo e di queste vicende nei nostri territori restano numerosi segni e testimonianze di vita, di arte e di culto, disseminati nelle grotte delle gravine e dei centri urbani. Talvolta si tratta di ambienti singoli o di interi villaggi, con una varietà di stili, di motivi architettonici ed impianti urbani rispondenti alle esigenze religiose, abitative, economiche, artistiche o ad opportunità di culto e di ambientazione sociale, che collegano queste realtà a luoghi similari della Cappadocia, della Serbia e di altre regioni mediorientali.
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Terra delle Gravine Regional Natural Park
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Un viaggio tra storia e suggestioni di una terra magica. La Civiltà Rupestre, dall'VIII al XVI secolo si sviluppa nei territori meridionali, con decisi riferimenti a quelli dell'arco jonico. Si tratta di una particolare forma di vita quella del "vivere in grotta", legata per certi peculiari aspetti alla cultura religiosa orientale ed alle persecuzioni iconoclastiche di Bisanzio, che provocò diverse immigrazioni di civili nelle gravine. Di questo periodo e di queste vicende nei nostri territori restano numerosi segni e testimonianze di vita, di arte e di culto, disseminati nelle grotte delle gravine e dei centri urbani. Talvolta si tratta di ambienti singoli o di interi villaggi, con una varietà di stili, di motivi architettonici ed impianti urbani rispondenti alle esigenze religiose, abitative, economiche, artistiche o ad opportunità di culto e di ambientazione sociale, che collegano queste realtà a luoghi similari della Cappadocia, della Serbia e di altre regioni mediorientali.
Esteso su un’area di 516 ettari nel territorio di Nardò, il Parco Naturale Regionale di Porto Selvaggio, è stato istituito in un'area sul mare interessata da vari interventi di riforestazione iniziati negli anni ’50. Prima brullo e roccioso, oggi il paesaggio è caratterizzato dalla presenza di una fitta pineta inserita nella splendida cornice del Mar Jonio. L’habitat prevalente è boscoso ma non mancano i percorsi substeppici, gli habitat ricchi di graminacee e piante annuali e la scogliera frastagliata. Il visitatore ha l’opportunità di avvistare volpi, donnole, ricci, camaleonti e, durante il periodo della migrazione, anche il merlo, il tordo e l’upupa oltre al falco grillaio e al gheppio. A pochi metri dalla costa si può visitare anche la Palude del Capitano dove il fenomeno carsico ha dato origine alle “spunnulate”, ovvero grotte a cui è crollata la volta formando dei laghetti di acqua salmastra. Tutte da ammirare sono, inoltre, la deliziosa spiaggetta di ciottoli nella baia di Porto Selvaggio, affollata meta estiva di bagnanti, e le grotte sommerse.
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Porto Selvaggio Regional Natural Park
Via Litoranea Sant'Isidoro - Santa Caterina
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Esteso su un’area di 516 ettari nel territorio di Nardò, il Parco Naturale Regionale di Porto Selvaggio, è stato istituito in un'area sul mare interessata da vari interventi di riforestazione iniziati negli anni ’50. Prima brullo e roccioso, oggi il paesaggio è caratterizzato dalla presenza di una fitta pineta inserita nella splendida cornice del Mar Jonio. L’habitat prevalente è boscoso ma non mancano i percorsi substeppici, gli habitat ricchi di graminacee e piante annuali e la scogliera frastagliata. Il visitatore ha l’opportunità di avvistare volpi, donnole, ricci, camaleonti e, durante il periodo della migrazione, anche il merlo, il tordo e l’upupa oltre al falco grillaio e al gheppio. A pochi metri dalla costa si può visitare anche la Palude del Capitano dove il fenomeno carsico ha dato origine alle “spunnulate”, ovvero grotte a cui è crollata la volta formando dei laghetti di acqua salmastra. Tutte da ammirare sono, inoltre, la deliziosa spiaggetta di ciottoli nella baia di Porto Selvaggio, affollata meta estiva di bagnanti, e le grotte sommerse.

Arts & Culture

Manduria (Mandorra in messapico, Μανδόριος o Μανδόνιον in greco antico), ex Casalnuovo, è un comune italiano di 31.420 abitanti[1] della provincia di Taranto in Puglia. La cittadina, situata nel Salento settentrionale, è equidistante da Taranto, Lecce e Brindisi. Da questo scaturisce il motto cittadino "Il Salento ha un Cuore". Manduria è nota anche come "Città dei Messapi" e del "Primitivo". Il nome Manduria potrebbe derivare dall'indoeuropeo mandus che significa "cavalli" (i messapi erano abili allevatori di cavalli) o molto più probabilmente l'etimologia della parola ricorda mand-Uria cioè avanti a Oria, città confinante con Manduria e capitale politica della Dodecapoli messapica, secondo questo filone di pensiero Manduria rappresentava un avamposto tra il centro messapico e la nemica Taranto.
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Manduria
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Manduria (Mandorra in messapico, Μανδόριος o Μανδόνιον in greco antico), ex Casalnuovo, è un comune italiano di 31.420 abitanti[1] della provincia di Taranto in Puglia. La cittadina, situata nel Salento settentrionale, è equidistante da Taranto, Lecce e Brindisi. Da questo scaturisce il motto cittadino "Il Salento ha un Cuore". Manduria è nota anche come "Città dei Messapi" e del "Primitivo". Il nome Manduria potrebbe derivare dall'indoeuropeo mandus che significa "cavalli" (i messapi erano abili allevatori di cavalli) o molto più probabilmente l'etimologia della parola ricorda mand-Uria cioè avanti a Oria, città confinante con Manduria e capitale politica della Dodecapoli messapica, secondo questo filone di pensiero Manduria rappresentava un avamposto tra il centro messapico e la nemica Taranto.
Una Storia lunga tremila anni tra Arte, Cultura e Tradizioni... La città di Oria è situata sulle più elevate alture di un cordone collinare di antiche dune costiere e si trova a metà strada tra Brindisi e Taranto, nella parte più a nord del Salento. Il suo territorio ha una superficie di circa novemila ettari e confina con quelli di Francavilla, Torre Santa Susanna, Erchie e Latiano nel Brindisino e Sava e Manduria nel Tarantino. Oria vanta tradizioni antiche e gloriose. Secondo le indicazioni tramandate da Erodoto di Alicarnasso e da Strabone, un gruppo di cretesi di Minos sarebbero stati sbattuti da una tempesta sulle coste joniche, fondando nell'etroterra Hyrìa intorno al 1200 a.C. Diverse le teorie sull'origine del nome. Di certo, nel tempo ha subìto diversi cambiamenti da Hyrìa (come scrive Erodoto di Alicarnasso) alla greca Orra. Poi Ouria, Uria, Iria, Varia, Ureto, Oira e Orea. La città fu successivamente municipio di Roma e dopo la caduta dell'Impero Romano d'Occidente fu soggetta ai Greci, ai Longobardi, ai Bizantini diventando spesso teatro di assedi e saccheggi. Nel 977 fu incendiata dagli Agareni e nel 1060 fu conquistata dal conte Malgerio di Altavilla. Quindi fu terra normanna e poi sveva. Tra il 1225 e il 1233, l'imperatore Federico II - dopo averla dichiarata città demaniale - fece edificare nella zona più alta della città uno dei suoi castelli pugliesi, che ancora oggi è possibile ammirare in tutto il suo splendore. II successore di Federico II, Manfredi, non riuscì ad espugnarla. Fu liberata grazie al sacrificio di Tommaso d'Oria. Nel 1572, San Carlo Borromeo ne alienò il feudo al vescovo di Cassano per quarantamila ducati, somma che fu distribuita in opere di carità. Nel secolo XIX Oria perse la sua importanza e molti monumenti caddero in rovina anche se è stata sempre meta di grandi scrittori, artisti e uomini di cultura. Durante il Risorgimento, l'idea dell'unità d'Italia trovò consensi anche ad Oria. Il secondo conflitto mondiale portò in città numerosi militari a causa del vicino aeroporto militare, oggi dismesso.
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Oria
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Una Storia lunga tremila anni tra Arte, Cultura e Tradizioni... La città di Oria è situata sulle più elevate alture di un cordone collinare di antiche dune costiere e si trova a metà strada tra Brindisi e Taranto, nella parte più a nord del Salento. Il suo territorio ha una superficie di circa novemila ettari e confina con quelli di Francavilla, Torre Santa Susanna, Erchie e Latiano nel Brindisino e Sava e Manduria nel Tarantino. Oria vanta tradizioni antiche e gloriose. Secondo le indicazioni tramandate da Erodoto di Alicarnasso e da Strabone, un gruppo di cretesi di Minos sarebbero stati sbattuti da una tempesta sulle coste joniche, fondando nell'etroterra Hyrìa intorno al 1200 a.C. Diverse le teorie sull'origine del nome. Di certo, nel tempo ha subìto diversi cambiamenti da Hyrìa (come scrive Erodoto di Alicarnasso) alla greca Orra. Poi Ouria, Uria, Iria, Varia, Ureto, Oira e Orea. La città fu successivamente municipio di Roma e dopo la caduta dell'Impero Romano d'Occidente fu soggetta ai Greci, ai Longobardi, ai Bizantini diventando spesso teatro di assedi e saccheggi. Nel 977 fu incendiata dagli Agareni e nel 1060 fu conquistata dal conte Malgerio di Altavilla. Quindi fu terra normanna e poi sveva. Tra il 1225 e il 1233, l'imperatore Federico II - dopo averla dichiarata città demaniale - fece edificare nella zona più alta della città uno dei suoi castelli pugliesi, che ancora oggi è possibile ammirare in tutto il suo splendore. II successore di Federico II, Manfredi, non riuscì ad espugnarla. Fu liberata grazie al sacrificio di Tommaso d'Oria. Nel 1572, San Carlo Borromeo ne alienò il feudo al vescovo di Cassano per quarantamila ducati, somma che fu distribuita in opere di carità. Nel secolo XIX Oria perse la sua importanza e molti monumenti caddero in rovina anche se è stata sempre meta di grandi scrittori, artisti e uomini di cultura. Durante il Risorgimento, l'idea dell'unità d'Italia trovò consensi anche ad Oria. Il secondo conflitto mondiale portò in città numerosi militari a causa del vicino aeroporto militare, oggi dismesso.