La guida di Fabio

Fabio
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Informazioni sulla città/località

È una festa di antica tradizione, resa solenne da Papa Bonifacio IX nel 1396 con la concessione delle stesse indulgenze della Porziuncola di Assisi, viene menzionata anche negli antichi statuti comunali. Essa si svolge tutti gli anni, dal 31 agosto, vigilia della festa patronale, fino alla seconda domenica del mese di settembre. La festa non si era più svolta per moltissimi anni, ma venne poi ripristinata nel 1971 da alcuni ragazzi che avevano già fondato qualche anno prima gruppi di arcieri e sbandieratori. Tutta la festa è accompagnata da continui eventi folkloristici e religiosi e le vie del paese sono colorate dei colori delle 7 contrade e sono animate da botteghe artigiane e da scene di vita quotidiana medievale. Le contrade, fin dai tempi degli antichi festeggiamenti dell'Ottava sono: Contrada San Gregorio Contrada Porcini Contrada Sant'Angelo Contrada San Giovenale Contrada Olivola Contrada San Biagio Contrada San Sebastiano Ogni contrada possiede una taverna medievale gestita direttamente dai contradaioli, dove si possono gustare piatti tipici preparati dalle donne di contrada e vini tipici della zona. Le contrade si sfidano in diverse gare: la gara di cucina (in cui ogni taverna presenta un piatto e il migliore viene premiato con una forchetta d'argento), la diffida a suon di tamburo(nella quale gli storici tamburini di ogni contrada si sfidano nel suonare per cercare di aggiudicarsi le bacchette d'argento) e infine, la più importante, il palio degli arcieri. Questa gara si svolge durante la seconda domenica di settembre, ultimo giorno dell'ottava, dopo la sfilata del corteo storico per le vie del paese. Prima dell'inizio dell'evento il priore di ogni contrada dona ai suoi arcieri (3 per contrada) le frecce e dà loro il buon augurio; dopo questa cerimonia il podestà del paese dà inizio alla gara. Ogni arciere (che ha a disposizione 5 frecce a ogni turno) deve centrare un anello, posto a notevole distanza, che, man mano che la gara procede, diventa sempre più stretto. Infatti, si inizia con un anello con diametro di 40 centimetri, poi si procede con uno da 30 cm, con uno da 20 cm e infine con un anello da 10 centimetri di diametro. Con gli anelli da 40 da 30 e da 20 cm di diametro l'arciere deve centrare almeno una volta il bersaglio per qualificarsi, mentre con l'anello da 10 cm, in cui viene contato il numero di centri di ogni arciere, occorre fare almeno il numero di centri dell'arciere che è in testa per qualificarsi allo spareggio, altrimenti si viene eliminati. Se invece un arciere effettua un numero di centri maggiore dell'arciere che è in testa quest'ultimo viene a sua volta eliminato. Vince l'arciere che effettua il maggior numero di centri. Se due o più arcieri si ritrovano alla fine con lo stesso numero di centri si effettua lo spareggio, in cui i centri effettuati in precedenza non contano più. L'arciere vincitore viene premiato con un anello d'argento da 10 cm di diametro che poi viene fissato sul gonfalone della contrada. La partecipazione alla festa è molto sentita, essa è organizzata dall'Ente Ottava Medievale di Orte promossa dall'associazione pro loco.
18 íbúar mæla með
Orte
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È una festa di antica tradizione, resa solenne da Papa Bonifacio IX nel 1396 con la concessione delle stesse indulgenze della Porziuncola di Assisi, viene menzionata anche negli antichi statuti comunali. Essa si svolge tutti gli anni, dal 31 agosto, vigilia della festa patronale, fino alla seconda domenica del mese di settembre. La festa non si era più svolta per moltissimi anni, ma venne poi ripristinata nel 1971 da alcuni ragazzi che avevano già fondato qualche anno prima gruppi di arcieri e sbandieratori. Tutta la festa è accompagnata da continui eventi folkloristici e religiosi e le vie del paese sono colorate dei colori delle 7 contrade e sono animate da botteghe artigiane e da scene di vita quotidiana medievale. Le contrade, fin dai tempi degli antichi festeggiamenti dell'Ottava sono: Contrada San Gregorio Contrada Porcini Contrada Sant'Angelo Contrada San Giovenale Contrada Olivola Contrada San Biagio Contrada San Sebastiano Ogni contrada possiede una taverna medievale gestita direttamente dai contradaioli, dove si possono gustare piatti tipici preparati dalle donne di contrada e vini tipici della zona. Le contrade si sfidano in diverse gare: la gara di cucina (in cui ogni taverna presenta un piatto e il migliore viene premiato con una forchetta d'argento), la diffida a suon di tamburo(nella quale gli storici tamburini di ogni contrada si sfidano nel suonare per cercare di aggiudicarsi le bacchette d'argento) e infine, la più importante, il palio degli arcieri. Questa gara si svolge durante la seconda domenica di settembre, ultimo giorno dell'ottava, dopo la sfilata del corteo storico per le vie del paese. Prima dell'inizio dell'evento il priore di ogni contrada dona ai suoi arcieri (3 per contrada) le frecce e dà loro il buon augurio; dopo questa cerimonia il podestà del paese dà inizio alla gara. Ogni arciere (che ha a disposizione 5 frecce a ogni turno) deve centrare un anello, posto a notevole distanza, che, man mano che la gara procede, diventa sempre più stretto. Infatti, si inizia con un anello con diametro di 40 centimetri, poi si procede con uno da 30 cm, con uno da 20 cm e infine con un anello da 10 centimetri di diametro. Con gli anelli da 40 da 30 e da 20 cm di diametro l'arciere deve centrare almeno una volta il bersaglio per qualificarsi, mentre con l'anello da 10 cm, in cui viene contato il numero di centri di ogni arciere, occorre fare almeno il numero di centri dell'arciere che è in testa per qualificarsi allo spareggio, altrimenti si viene eliminati. Se invece un arciere effettua un numero di centri maggiore dell'arciere che è in testa quest'ultimo viene a sua volta eliminato. Vince l'arciere che effettua il maggior numero di centri. Se due o più arcieri si ritrovano alla fine con lo stesso numero di centri si effettua lo spareggio, in cui i centri effettuati in precedenza non contano più. L'arciere vincitore viene premiato con un anello d'argento da 10 cm di diametro che poi viene fissato sul gonfalone della contrada. La partecipazione alla festa è molto sentita, essa è organizzata dall'Ente Ottava Medievale di Orte promossa dall'associazione pro loco.

Visite turistiche

TERME DI ORTE Il parco termale delle Terme di Orte è nato negli anni sessanta nel centro Italia, nel cuore della Tuscia, sul confine tra Lazio ed Umbria, a pochi minuti dalle città provincia di Viterbo e Terni e collegato benissimo ad esse tramite la Strada statale 675 Umbro-Laziale. A pochi chilometri dal parco termale vi è la stazione ferroviaria di Orte. Altrettanto facile e veloce è il collegamento con la capitale Roma, tramite l’Autostrada del Sole (A1). Il parco termale è costituito da due grandi piscine alimentate direttamente dalla sorgente con acqua sulfurea a 29°C ed è immerso nel verde di un magico e rilassante parco naturale di notevoli dimensioni, fiore all’occhiello della struttura, curato e ospitale, dove chiunque può sdraiarsi per prendere il sole gustandosi una bibita fresca. Grazie alla piscina per i bambini, anche i più piccoli possono divertirsi e giocare nelle vasche, vigilati con professionalità del personale esperto di salvataggio. Chi preferisce invece l’armonia del silenzio, può disporre dei numerosi gazebo effusi per il verde pratino nella pineta adiacente alle vasche.
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Terme Di Orte
9 Strada Bagno
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TERME DI ORTE Il parco termale delle Terme di Orte è nato negli anni sessanta nel centro Italia, nel cuore della Tuscia, sul confine tra Lazio ed Umbria, a pochi minuti dalle città provincia di Viterbo e Terni e collegato benissimo ad esse tramite la Strada statale 675 Umbro-Laziale. A pochi chilometri dal parco termale vi è la stazione ferroviaria di Orte. Altrettanto facile e veloce è il collegamento con la capitale Roma, tramite l’Autostrada del Sole (A1). Il parco termale è costituito da due grandi piscine alimentate direttamente dalla sorgente con acqua sulfurea a 29°C ed è immerso nel verde di un magico e rilassante parco naturale di notevoli dimensioni, fiore all’occhiello della struttura, curato e ospitale, dove chiunque può sdraiarsi per prendere il sole gustandosi una bibita fresca. Grazie alla piscina per i bambini, anche i più piccoli possono divertirsi e giocare nelle vasche, vigilati con professionalità del personale esperto di salvataggio. Chi preferisce invece l’armonia del silenzio, può disporre dei numerosi gazebo effusi per il verde pratino nella pineta adiacente alle vasche.
Le Gole del Nera, dove la natura, la cultura e la storia si incontrano da oltre duemila anni in un'atmosfera unica, sono una degna prosecuzione della Valnerina dopo l'attraversamento della Conca Ternana del fiume Nera. Si tratta di una porzione di territorio interessante sia per il valore paesaggistico, sia per quello naturalistico e storico. Suggestivo il percorso sentieristico che si snoda lungo la ex Ferrovia, che costeggia il fiume Nera, snodandosi per circa 5 chilometri lungo la vecchia tratta ferroviaria dismessa.È un itinerario adatto a tutti: amanti del trekking, del running, della mountain bike e dei tragitti a cavallo, oltre che agli appassionati di canoa, che potranno ridiscendere il Nera grazie anche ai porticcioli artificiali realizzati lungo il fiume dalla zona di Funara, fino alle Mole nel territorio di Nera Montoro. All'estremità meridionale delle Gole ci sono resti dell'Antico e strategico porto romano e del cantiere navale, che testimoniano l'antica navigabilità dei Tevere e del Nera; in alto, invece, sulla montagna di S. Croce, si scorgono le grotte, un tempo abitate da eremiti, e l'abbazia di S. Cassiano e, sotto, i resti dell'imponente Ponte d'Augusto (27 a.C.). Sull'altro versante, adagiata su uno sperone del Monte Maggiore, si erge la "Superba Narnia", sigillo e simbolo dell'atmosfera storico-medievale che pervade l'intera valle. A livello faunistico, l'area (che si trova a monte dell'oasi ecologica del Lago di S.Liberato) è particolarmente interessante soprattutto dal punto di vista ornitologico: le aspre pareti rocciose ospitano una vitale popolazione di Passero solitario, residente anche sulle torri narnesi, e offrono rifugio ad alcune specie di rapaci notturni e diurni. I boschi di Leccio e Ornello, in molti punti quasi impenetrabili, danno ospitalità ad un lungo elenco di specie migratrici: dai Colombacci, che a volte vi si fermano a nidificare, ai Tordi, ai Merli, alle Ghiandaie, e alla moltitudine di altri Passeriformi, che in autunno e in primavera sorvolano la nostra penisola nei loro lunghi voli migratori.
Percorso Ciclabile delle Gole del Nera
Le Gole del Nera, dove la natura, la cultura e la storia si incontrano da oltre duemila anni in un'atmosfera unica, sono una degna prosecuzione della Valnerina dopo l'attraversamento della Conca Ternana del fiume Nera. Si tratta di una porzione di territorio interessante sia per il valore paesaggistico, sia per quello naturalistico e storico. Suggestivo il percorso sentieristico che si snoda lungo la ex Ferrovia, che costeggia il fiume Nera, snodandosi per circa 5 chilometri lungo la vecchia tratta ferroviaria dismessa.È un itinerario adatto a tutti: amanti del trekking, del running, della mountain bike e dei tragitti a cavallo, oltre che agli appassionati di canoa, che potranno ridiscendere il Nera grazie anche ai porticcioli artificiali realizzati lungo il fiume dalla zona di Funara, fino alle Mole nel territorio di Nera Montoro. All'estremità meridionale delle Gole ci sono resti dell'Antico e strategico porto romano e del cantiere navale, che testimoniano l'antica navigabilità dei Tevere e del Nera; in alto, invece, sulla montagna di S. Croce, si scorgono le grotte, un tempo abitate da eremiti, e l'abbazia di S. Cassiano e, sotto, i resti dell'imponente Ponte d'Augusto (27 a.C.). Sull'altro versante, adagiata su uno sperone del Monte Maggiore, si erge la "Superba Narnia", sigillo e simbolo dell'atmosfera storico-medievale che pervade l'intera valle. A livello faunistico, l'area (che si trova a monte dell'oasi ecologica del Lago di S.Liberato) è particolarmente interessante soprattutto dal punto di vista ornitologico: le aspre pareti rocciose ospitano una vitale popolazione di Passero solitario, residente anche sulle torri narnesi, e offrono rifugio ad alcune specie di rapaci notturni e diurni. I boschi di Leccio e Ornello, in molti punti quasi impenetrabili, danno ospitalità ad un lungo elenco di specie migratrici: dai Colombacci, che a volte vi si fermano a nidificare, ai Tordi, ai Merli, alle Ghiandaie, e alla moltitudine di altri Passeriformi, che in autunno e in primavera sorvolano la nostra penisola nei loro lunghi voli migratori.
LA TORRE DI CHIA, ULTIMA DIMORA E LUOGO DELL’ANIMA DI PIER PAOLO PASOLINI La torre di Viterbo è in realtà la Torre di Chia, o castello di Colle Casale, vicino a Bomarzo, risalente al 1200 e appartenuto, nel corso dei secoli, agli Orsini, ai Lante della Rovere, ai Borghese. Chia è collocata in classica posizione etrusca, sulla cima di un altipiano circondato da orti e pascoli e profonde forre, da cui sale l’impeto dei torrenti che nel Medioevo muovevano le macine dei mulini, di cui ancora oggi restano testimonianze. Un luogo così ricco di storia e di fascino che il regista non poteva non rimanerne attratto, forse spinto dal desiderio di una vita diversa, più solitaria. Era il 1963 quando Pasolini arrivò in questo angolo di Tuscia e se ne innamorò subito tanto da girarci qualche scena de Il Vangelo secondo Matteo. Per le scene del battesimo di Gesù, infatti, scelse il torrente Castello che scorre sotto la Torre di Chia, nel territorio di Soriano nel Cimino. Ma solo qualche anno più tardi, nel novembre 1970, dopo vari tentativi, il sogno di acquistare la Torre di Chia poté avverarsi: Pasolini costruì allora, ai piedi della Torre, una casetta di pietra e di vetro mimetizzata fra le rocce e nel verde di un dirupo.
Torre Chia
Strada Provinciale 151 Ortana
LA TORRE DI CHIA, ULTIMA DIMORA E LUOGO DELL’ANIMA DI PIER PAOLO PASOLINI La torre di Viterbo è in realtà la Torre di Chia, o castello di Colle Casale, vicino a Bomarzo, risalente al 1200 e appartenuto, nel corso dei secoli, agli Orsini, ai Lante della Rovere, ai Borghese. Chia è collocata in classica posizione etrusca, sulla cima di un altipiano circondato da orti e pascoli e profonde forre, da cui sale l’impeto dei torrenti che nel Medioevo muovevano le macine dei mulini, di cui ancora oggi restano testimonianze. Un luogo così ricco di storia e di fascino che il regista non poteva non rimanerne attratto, forse spinto dal desiderio di una vita diversa, più solitaria. Era il 1963 quando Pasolini arrivò in questo angolo di Tuscia e se ne innamorò subito tanto da girarci qualche scena de Il Vangelo secondo Matteo. Per le scene del battesimo di Gesù, infatti, scelse il torrente Castello che scorre sotto la Torre di Chia, nel territorio di Soriano nel Cimino. Ma solo qualche anno più tardi, nel novembre 1970, dopo vari tentativi, il sogno di acquistare la Torre di Chia poté avverarsi: Pasolini costruì allora, ai piedi della Torre, una casetta di pietra e di vetro mimetizzata fra le rocce e nel verde di un dirupo.

Visite turistiche

La traccia lasciata dalla spettacolare architettura Sotterranea di Orte è in grado di rivelare molto più di quanto non faccia esteticamente al primo superficiale impatto; magazzini, depositi, cantine, stalle, colombaie, laboratori artigianali per la lavorazione di lana e canapa, lavatoi, fontane, triclini estivi, vivai, abitazioni e molto altro: tutto è racconto, impronta indelebile di una vita quotidiana, durata almeno 2 millenni e mezzo, che oggi si è dissolta nello sviluppo tecnologico. Fa veramente impressione vedere queste enormi creazioni umane completamente vuote, lasciate a sé stesse o comunque alla sola meraviglia dei turisti. La ri-scoperta e il mantenimento di tutte queste stanze e cunicoli all’interno della rupe, sono sostenuti dall’Amministrazione Comunale, coordinati dalla Direzione Scientifica del Museo Civico Archeologico con il supporto della Soprintendenza per i Beni Archeologici per l’Etruria Meridionale e promosso dall’Associazione Culturale VeramenteOrte. Un progetto certo non facile, ma che oggi è in grado di vantare un’offerta turistica di altissimo livello, alla pari con le simili proposte di Comuni vicini, come, per esempio quella di Orvieto Le attrazioni principali, visibili nel lunghissimo percorso underground, sono la fontana ipogea di età romana, cisterna concepita come terminale dell’antico acquedotto, i cunicoli, le colombaie e soprattutto il pozzo di neve, così chiamato poiché ambiente di conserva della neve, che svolgeva la funzione delle odierne celle frigorifere. Visitare questa città sotto-terra è consigliato a chiunque, purché non si abbiano evidenti disabilità fisiche, non si abbiano fobie degli spazi chiusi e non si soffra di patologie della respirazione. Come raggiungere il luogo Via G. Matteotti, 45, 01028 Orte VT [Biglietto dai 5€ ai 10€, come indicato sul Sito del Comune di Orte]
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Orte
18 íbúar mæla með
La traccia lasciata dalla spettacolare architettura Sotterranea di Orte è in grado di rivelare molto più di quanto non faccia esteticamente al primo superficiale impatto; magazzini, depositi, cantine, stalle, colombaie, laboratori artigianali per la lavorazione di lana e canapa, lavatoi, fontane, triclini estivi, vivai, abitazioni e molto altro: tutto è racconto, impronta indelebile di una vita quotidiana, durata almeno 2 millenni e mezzo, che oggi si è dissolta nello sviluppo tecnologico. Fa veramente impressione vedere queste enormi creazioni umane completamente vuote, lasciate a sé stesse o comunque alla sola meraviglia dei turisti. La ri-scoperta e il mantenimento di tutte queste stanze e cunicoli all’interno della rupe, sono sostenuti dall’Amministrazione Comunale, coordinati dalla Direzione Scientifica del Museo Civico Archeologico con il supporto della Soprintendenza per i Beni Archeologici per l’Etruria Meridionale e promosso dall’Associazione Culturale VeramenteOrte. Un progetto certo non facile, ma che oggi è in grado di vantare un’offerta turistica di altissimo livello, alla pari con le simili proposte di Comuni vicini, come, per esempio quella di Orvieto Le attrazioni principali, visibili nel lunghissimo percorso underground, sono la fontana ipogea di età romana, cisterna concepita come terminale dell’antico acquedotto, i cunicoli, le colombaie e soprattutto il pozzo di neve, così chiamato poiché ambiente di conserva della neve, che svolgeva la funzione delle odierne celle frigorifere. Visitare questa città sotto-terra è consigliato a chiunque, purché non si abbiano evidenti disabilità fisiche, non si abbiano fobie degli spazi chiusi e non si soffra di patologie della respirazione. Come raggiungere il luogo Via G. Matteotti, 45, 01028 Orte VT [Biglietto dai 5€ ai 10€, come indicato sul Sito del Comune di Orte]